• mastopessi Torino
    Dott. Alessandro Rivolin
    Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica
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    Dott. Alessandro Rivolin
    Sedi: Torino e Aosta
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MASTOPESSI

La mastopessi è un intervento chirurgico indicato in caso di ptosi mammaria, cioè in caso di cedimento della componente cutanea e ghiandolare della mammella, senza che vi sia un’ eccedenza volumetrica.

Questo intervento ridà una forma, una dimensione ed una posizione adeguata alla mammella, riadattando la cute in eccesso al nuovo volume del contenuto adiposo e ghiandolare ricompattato, e riposizionando verso l’alto il complesso areola-capezzolo, del quale viene spesso ridotto anche al diametro.

A volte però, quando il contenuto è deficitario rispetto all’involucro cutaneo, è indicato in aggiunta l’utilizzo di una protesi.

Diverse sono le tecniche chirurgiche adottate e così anche gli esiti cicatriziali, che sono sempre rappresentati da una cicatrice periareolare, alla quale spesso se ne associa una verticale estesa dall’areola al solco inframammario ed a volte anche da una situata a livello del solco stesso; queste però, con il passare del tempo, risultano quasi sempre poco visibili.

generale
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Ptosi mammaria. La crescita e lo sviluppo normali di una mammella femminile sono generalmente la prima evidenza di pubertà: questo avviene in risposta ai crescenti livelli ormonali in circolo. Una volta che i cicli ovulatori si sono stabilizzati si ottiene il normale sviluppo mammario e la crescita della mammella si arresta.
La gravidanza aggiunge uno stimolo ormonale che porta ad una progressiva e a volte molto rapida crescita della mammella, e, quando al termine della gravidanza stessa tutti i livelli ormonali decrescono, la mammella si riempie di latte ed è pronta per l’allattamento.
Successivamente avviene un processo involutivo, che è prestabilito solo qualitativamente e lascia dietro di se un organo con maggiori o minori quantità dei suoi elementi strutturali, ghiandola e grasso, inclusa la cute.


PTOSI PER CEDIMENTO GHIANDOLARE


PTOSI PER CEDIMENTO CUTANEO

Quindi, soprattutto in caso di gravidanze ripetute, si può assistere ad un progressivo cambiamento di forma della mammella: molto spesso essa va incontro ad uno svuotamento con cedimento della ghiandola residua, che quindi tende a scendere verso il basso trascinando con se il complesso areola-capezzolo, ptosi per cedimento ghiandolare; oppure essa presenta un maggior cedimento della componente cutanea, che si rilassa verso il basso, ma con minor interessamento del complesso areola-capezzolo, ptosi per cedimento cutaneo.


PTOSI SEVERA


PTOSI MODERATA


PTOSI LIEVE

La mastopessi è indicata per la correzione della ptosi mammaria, quando non è necessaria una modifica del volume ghiandolare: infatti etimologicamente la parola mastopessi indica una sospensione della mammella.
Da un punto di vista tecnico è un intervento di mastoplastica riduttiva in cui la resezione ghiandolare è minima o addirittura nulla. Ciò non vuol dire che l’intervento sia di minor durata e di minor difficoltà chirurgica, poiché non è facile ottenere una perfetta forma e simmetria dei due seni.
La riduzione dell’involucro cutaneo eccedente è la parte dell’intervento in cui è richiesto il maggior senso estetico ed artistico: a tale scopo sono state adottate dai chirurghi plastici molte tecniche differenti, le quali nel corso degli anni si sono evolute e migliorate fino a raggiungere in modo assai soddisfacente l’obbiettivo principale di una mastopessi, cioè una buona forma del seno, il più possibilmente stabile nel tempo con una minor estensione possibile degli esiti cicatriziali.
In effetti attualmente esistono varie tecniche che fanno residuare a livello della mammella o soltanto una cicatrice periareolare, o periareolare associata ad una cicatrice o verticale, o a L o a J o a T rovesciata.


CICATRICE PERIAREOLARE


CICATRICE PERIAREOLARE E VERTICALE


CICATRICE PERIAREOLARE E A J O L


PERIAREOLARE E A T ROVESCIATA

In alcuni casi è necessario associare alla mastopessi la mastoplastica additiva (inserimento di protesi). Ciò accade nel trattamento della mammella cosiddetta “sgonfia”; infatti in questi casi le pazienti presentano una ptosi mammaria associata ad un’eccessiva riduzione di volume della ghiandola e del tessuto adiposo, tali da non essere sufficienti da soli a riempire adeguatamente il nuovo involucro cutaneo creato.


PERIAREOLARE E A T ROVESCIATA

L’intervento di mastopessi si effettua in anestesia generale, ha una durata variabile da tre a quattro ore e richiede in genere una notte di degenza in clinica.
Per circa due settimane viene tenuta una medicazione contenitiva, che una volta rimossa sarà sostituita da un reggiseno adeguato, che dovrà essere portato per circa due mesi, in modo da stabilizzare il seno nella sua forma e nella sua posizione ideale.
I punti interni sono tutti riassorbibili, mentre quelli esterni in seta, messi per affrontare meglio i margini della ferita chirurgica, vengono rimossi dopo sette-dieci giorni.
La ripresa dell’attività lavorativa e dell’attività sportiva dipende sia dal tipo di lavoro e sport che la paziente svolge ma anche dalle capacità individuali di recupero: generalmente sono sufficienti una settimana per il lavoro e tre-quattro per lo sport.

Gli esiti cicatriziali di un intervento di mastopessi non sono soltanto rappresentati dalle cicatrici visibili esternamente, ma anche da cicatrici che si formano internamente, a livello dei tessuti ghiandolari e adiposi residui.
Queste variazioni anatomo-strutturali che si determinano non interferiscono nel tempo con la diagnostica manuale e strumentale della mammella, difatti la palpazione, l’Ecografia, la Mammografia e la Risonanza Magnetica, eseguite periodicamente in un programma di screening mammografico, non ne sono influenzate.
Mentre, per quanto riguarda l’allattamento al seno, non sempre è possibile dopo questo intervento.

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