RICOSTRUZIONE MAMMARIA RIMODELLAMENTO
RICOSTRUZIONE MAMMARIA RIMODELLAMENTO
22-10-2018
Dr. Alessandro Rivolin
"QUADRANTECTOMIA E RIMODELLAMENTO MAMMARIO"
La terapia chirurgica riveste indubbiamente un ruolo di centrale importanza nel trattamento del carcinoma mammario. L’ormonoterapia, la chemioterapia e la radioterapia sono terapie adiuvanti di altrettanta importanza, che molto spesso vengono associate a quella chirurgica per combattere la diffusione locale e a distanza della neoplasia.
Generalmente l’indicazione ad una quadrantectomia viene data quando il nodulo è di dimensioni relativamente contenute rispetto al volume ghiandolare, quando il focolaio tumorale è singolo o rappresentato da due o tre foci molto vicini tra loro o anche quando, in presenza di un grande nodulo, la chemioterapia preoperatoria riesce a ridurne notevolmente le dimensioni.
Mentre dopo una mastectomia, il compito del Chirurgo Plastico è quello di ricostruire il seno amputato, a seguito di una quadrantectomia invece la sua mansione è differente: deve cercare di ridare una forma gradevole al seno operato e farlo nel rispetto della simmetria di quello controlaterale.
Le discriminanti, che il Chirurgo valuta per decidere cosa fare nel corso di una quadrantectomia, sono la dimensione e la ptosi (discesa mammaria) del seno operato:
- quando le dimensioni sono medio-piccole e non vi è ptosi, si esegue un semplice rimodellamento della ghiandola (“reshaping ghiandolare”)
- quando invece la mammella è medio-grande e ptosica, si esegue una asportazione del quadrante interessato associandola ad una contestuale mastoplastica riduttivao ad una mastopessi, che permettono così di non lasciare un vuoto nell’area trattata e anche di migliorare la forma, il volume e la proiezione del seno operato.
GRADI DI PTOSI MAMMARIA
Nel caso di un “reshaping ghiandolare”, a volte fin da subito, il risultato ottenuto risulta gradevole e la simmetria con il seno sano controlaterale mantenuta; altre volte invece residuano nel quadrante asportato una depressione cutaneo-ghiandolare, che richiede a distanza di alcuni mesi un intervento secondario di riempimento con del grasso della paziente, lipofilling.
La mastopessi e la mastoplastica riduttiva possono essere sempre associate alla quadrantectomia, come dicevamo, purché il seno sia di dimensioni medio-grandi e vi sia una certa ptosi cutanea e del complesso areola-capezzolo, indipendentemente dal quadrante interessato; solo qualora la neoplasia sia localizzata nel quadrante centrale, non potrà essere conservato il complesso areola capezzolo.
QUADRANTI MAMMARI
La mastopessi e la mastoplastica riduttiva sono interventi chirurgici, impiegati abitualmente in chirurgia estetica, per la correzione della ptosi e dell’ipertrofia mammaria. Tali interventi ridanno un volume, una forma ed una posizione adeguata alla mammella, modellando la massa ghiandolare presente, riadattando la cute in eccesso al nuovo volume del contenuto, riposizionando verso l’alto il complesso areola-capezzolo, riducendone spesso anche il diametro.
La riduzione dell’involucro cutaneo eccedente è la parte dell’intervento in cui è richiesto il maggior senso estetico: a tale scopo sono state adottate dai Chirurghi Plastici molte tecniche differenti, le quali nel corso degli anni si sono evolute e migliorate fino a raggiungere in modo assai soddisfacente l’obbiettivo principale, cioè quello di dare una buona dimensione e forma al seno con una minor estensione possibile degli esiti cicatriziali. La cicatrice residua sarà periareolare, associata ad una verticale e ad un’altra orizzontale estesa lungo il solco inframammario.
CICATRICI RESIDUE
PREOPERATORIO NODULO TUMORALE (ROSSO) POSTOPERATORIO
Poiché a seguito di questo intervento si creerà inevitabilmente un’asimmetria tra i due seni, sarà necessario un eguale trattamento chirurgico del seno sano controlaterale, che potrà essere eseguito contestualmente o secondariamente.
DOPO SIMMETRIZZAZIONE
Le pazienti sottoposte a quadrantectomia dovranno sempre essere trattate con radioterapia postoperatoria, che servirà a bonificare eventuali foci neoplastici presenti nella porzione di ghiandola residua, non visti per le dimensioni microscopiche agli esami strumentali diagnostici preoperatori. La decisione di sottoporre le pazienti anche a chemioterapia o ormonoterapia verrà presa solo in base alle caratteristiche macroscopiche e microscopiche del tumore e all’eventuale interessamento dei linfonodi del distretto ascellare.